Oh che bel successo italiano contro li turchi, edificheranno qualche miliardo di metri cubi di cemento eliminando un po' di inutile campagna. Chissà chi ci guadagna1.
Chissà chi ci guadagna2. A brindare al lieto evento saranno ovviamente anche i proprietari dei terreni su cui sorgerà l’Expo: Fondazione Fiera di Milano, Raggio di Luna (la cassaforte dei Cabassi), e di quelli limitrofi come Camfin (famiglie Tronchetti Provera e Puri Negri). L’ente e i Cabassi cederanno al comune di Milano, secondo un accordo siglato a luglio, il diritto di superficie sull’area interessata (ripettivamente 500mila mq e 255mila metri quadrati). Terreno in precedenza a destinazione agricola ma che, grazie alla manifestazione, vivrà una seconda vita. Poi, entro 18 mesi dalla conclusione dell’Expo, la Fondazione e i Cabassi torneranno nella disponibilità quasi totale dell’area. In particolare ai Cabassi, nota famiglia di imprenditori immobiliari (tramite Bastogi), resterebbero circa 150 mila metri quadrati di terreno (l’indice di edificabilità è di 0,60). Non poco per un’area che, a quel punto, sarà perfettamente urbanizzata e collegata alle città del Nord da una rete di trasporti all’avanguardia.
Miracolo Expo, dunque. E tra il pre e il post manifestazione potrebbero essere coinvolti nei lavori sull’area tutti i principali gruppi che operano nel settore: da Astaldi (che ha condotto i lavori per la costruzione della Fiera di Rho) ai Cabassi, a Ligresti (che concluderà i lavori su Porta Nuova e CityLife entro il 2014) agli Zunino che dovrebbero terminare i lavori per Santa Giulia entro il 2012 e entro il 2018 quelli sull’area Falck di Sesto San Giovanni, sempre che non subentri qualcun altro.
PROTAGONISTI DEL GIOCO. A trarne beneficio, fin da subito, sarà invece Fiera di Milano. «La vittoria - afferma claudio Artusi, ad del gruppo - rappresenterebbe un balzo in avanti in termini di consolidamento del brand e internazionalizzazione. La società parteciperà al percorso di creazione degli eventi in vista del semestre dell’Expo e concorrerà con l’utilizzo di alcune strutture limitrofe oltre che, presumibilmente, con la competenze acquisite negli anni nella gestione di strutture, flussi e merci e nella logistica». Un ruolo di primo piano potrebbero averlo anche Impregilo e Astaldi, primo e secondo general contractor del mercato italiano (rispettivamente con una quota pari al 12 e all’8%). L’Expo porterà poi in dote a Milano anche una sesta linea metropolitana. E Astaldi, già coinvolta nei lavori per la M5 costituirebbe un candidato ideale per la realizzazione dell’opera. I previsti lavori di infrastrutture (nuove strade di collegamento, parcheggi, ripresa dell’alta velocità) sono tutti ambiti di competenza del gruppo romano che vanta ordini per 8,3 miliardi e della milanese Impregilo a cui fa già capo un portafoglio ordini di 16,9 miliardi.
E chi ci guadagna3.
e chi non ci guadagna
lunedì 31 marzo 2008
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